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LA PASSEGGIATA SERALE


di Foro_Romano
29.09.2015    |    15.547    |    4 7.7
"Con mio supremo piacere, naturalmente..."
Permettete che mi presenti. Sono Andrea, ho 28 anni e sono gay ormai convinto. Sono piccolino di statura ma ho un fisico in ottime condizioni: non mi posso lamentare. Dopo la laurea in Economia ho lavorato in diverse ditte private ma la svolta è venuta quattro mesi fa, quando sono stato assunto in una banca. Ci sono riuscito grazie al direttore di una filiale della stessa banca, dove andavo per gestire il conto di una società dove lavoravo. Abbiamo fatto amicizia e, colta l'occasione di nuove assunzioni, mi ha favorito e sono entrato. Certo, adesso per un anno almeno sono in prova e seguo corsi di preparazione. Inoltre, per far questo, mi sono dovuto trasferire dal mio paese a Roma. Non è che abbia sofferto per il trasferimento, anzi. Ho preso un piccolo appartamento in affitto e sono finalmente libero di... divertirmi. Non sò se mi avete capito.
Qualche volta vado in discoteca, nelle serate gay, ma non spesso perché non posso ancora permettermelo. Però quasi tutte le sere me ne vado in un posto appartato dove si ha la possibilità di rimorchiare. Non sempre riesce bene. A volte trovo dei cessi coi quali faccio qualcosa per "rabbia di fame" e a volte torno a casa sconsolato e con la "coda tra le gambe". Belle occasioni, poche.
La più bella un mese fà, almeno sotto certi punti di vista. Ero lì che passeggiavo alla luce fioca dei pochi lampioni che ci sono quando adocchio un maschio veramente bono. Alto, un fisico perfetto, muscoloso. Sui quaranta. Barba non fatta da un giorno. Portava un t-shirt aderente che metteva in mostra i bicipiti e le braccia, delle quali una interamente tatuata, e dei pantaloni talmente aderenti da mostrare un pacco di tutto rispetto. Insomma era da sbavare. A parte però i tatuaggi, che non amo molto ma fanno tanto "maschio vissuto".
Forse quella sera sarei stato fortunato, visto anche che non avevo molta concorrenza piacente intorno. Lo guardo interessato. Anche lui mi guarda ma non sembra darmi molto peso. Ripasso e lui sembra essersi accorto di me. Passo ancora più vicino e lui mi ferma con un sorriso. "Dio, quanto è bono", penso.
"Ciao", mi dice.
Non mi sembra vero! "Ciao", rispondo.
E lui: "Che fai da queste parti?".
Io, con la voglia che avevo e deciso a non perdere l'occasione, gli rispondo diretto: "Sto cercando un cazzo".
Scoppia in una risata. "Viva la faccia della sincerità! Vai subito al dunque, tu".
"Perché no? Perché perdere tempo? Tu mi piaci".
"E tu come fai ad essere sicuro che io ci sto con te?".
"Non lo sono, infatti, ma ci provo".
"E se tu non mi piaci? Se, per esempio, cercassi anch'io un cazzo?".
"Beh, almeno mettiamo subito in chiaro le cose".
Ride ancora. "Però io sto qui perché aspetto un amico".
"Ah, ecco!", rispondo deluso pensando che stessero insieme.
Mi ha letto nel pensiero: "Ma non è come pensi. Anche lui cerca un bel culetto, come me. Siamo tutti e due attivi".
Il cuore mi torna a sperare.
"Io mi chiamo Andrea, piacere" e gli porgo la mano.
"Io Ferzen (o qualcosa di simile), piacere" e me la stringe (Eccome la stringe! Accidenti che mano forte e grande!). Io sono rumeno. Non lo avevi capito, vero?".
"No, effettivamente! Parli molto bene l'italiano". Dentro di me ho avuto un po' paura, per quello che si racconta dei rumeni.
"Sono tanti anni che sono qui".
Mi sorride di nuovo e i miei timori passano in secondo piano. Al primo posto resta la voglia di maschio.
"Ah, eccolo che arriva" e guarda in una direzione.
Mi giro e vedo arrivare un altro bono che non vi dico. Era proprio serata quella! Molto simile a Ferzen, sia in età che in altezza, sia in corporatura che... in muscolatura. Aveva però la carnagione più olivastra.
"Ecco, lui è Hamed. Lui, invece, è egiziano".
"Andrea" e gli porgo la mano.
"Mmm, che bel ragazzo che mi hai portato stasera. Proprio quello che andavo cercando", dice all'amico.
"Vero? E pare che abbia pure voglia di cazzo".
"Bene!". Poi si rivolge a me: "Vedrai, stasera non ti mancherà davvero".
"Sempre che lui lo voglia", aggiunge Ferzen.
Si vedeva che ero indeciso. Uno va bene, ma due. Per di più stranieri. Devo dire che avevo qualche timore.
"Non ti mangiamo mica. Vogliamo solo romperti il culo", dice Hamed.
"Mah, credo che lui ce l'abbia già rotto" e tutti e due giù a ridere.
Anch'io mi metto a ridere. "Beh, una ripassatina ancora ci vorrebbe", aggiungo e ridiamo ancora tutti e tre.
"Hai un posto dove andare?".
"C'è casa mia. E' piccola ma in tre ci entriamo", dico incoscientemente.
"Ok, andiamo". E così vennero da me.
E' stata una serata indimenticabile. Sono stati due maschi da Guiness dei primati. Oltre ad essere alti ed avere due corpi statuari avevano molto pelo (ci vado matto) e due sberle di cazzo da paura. E di paura ne ebbi veramente quando vidi quello di Hamed. Sarà stato di almeno 25 centimetri.
Mi hanno fatto succhiare fino quasi a rompermi la mascella e mi hanno sfondato a turno. Non la finivano più. Si alternavano nel mio culo e nella mia bocca e poi... non si sono limitati a venire una volta per uno. Macché! Sono venuti ben tre volte per uno, di seguito, e tutte dentro, bocca o culo che fosse. Mi son preso ben sei sborrate! Mi giravano e rigiravano a loro piacimento. Con mio supremo piacere, naturalmente. E, per la prima volta, ho preso due cazzi insieme in culo. All'inizio è stato doloroso ma la sola idea di avere due maschi eccezionali dentro di me ed a cui davo piacere col mio corpo mi ha fatto sborrare alla grande. Per non farmi gridare troppo mi hanno messo le loro mutande in bocca.
Alla fine eravamo tutti proni sul mio letto a riprendere fiato.
"Che troia che sei", disse Hamed, riferendosi a me (naturalmente!).
"Proprio la zoccola che ci serviva stasera. Vero Ferzen?".
"Già. Come prima. Ti ricordi?"
"E come faccio a dimenticarmene! E' stato fino a pochi giorni fà!".
"Siete amici da molto? Dove vi siete conosciuti?", intervenni io.
"Sono circa tre anni (disse Ferzen). Ci siamo conosciuti al gabbio".
Ebbi un sussulto.
"Il gabbio. In galera, insomma. Ce ne siamo fatti di ricchioni! Eh?", rivolto all'altro.
"Anche tanti che non erano recchioni ma ce li abbiamo fatti diventare noi" e giù a ridere.
"Praticamente li abbiamo tutti sverginati noi. Eravamo una coppia di amici speciale. Eravamo d'accordo col direttore. I più giovani se li faceva prima lui, e i migliori ce li mandava tutti in cella con noi. Peccato che la pacchia è finita. Ci siamo fatti dieci anni per uno. Io sono uscito una settimana fa e lui proprio ieri".
"E... e... perché eravate dentro?", ho chiesto dentro di me allarmato.
"Lui ha ammazzato la moglie..."
"Credo che se l'avesse conosciuta, quella stronza, l'avrebbe ammazzata anche il giudice".
"...io, invece, ho ammazzato un impiegato durante una rapina in banca. Vabbé, può succedere. Non ti pare?"
"Come no?" dissi, pensando al mio povero collega sconosciuto che ci aveva lasciato le penne.

Da quella sera è un mese che non vado più a cercare maschi in quel posto. Però. Che bella scopata che è stata! La migliore della mia vita. Per un giorno la loro sborra mi colava fuori del buco, sono stato quattro giorni col culo che mi faceva male e adesso ho una voragine al posto del buco. Stasera però ho un certo prurito. Sento un vuoto dentro di me... lì dietro. Si sà. Il sesso è come la droga: quando lo provi non ne puoi più fare a meno. Devo tornare lì. Sono in crisi di astinenza. Chissà se li incontro di nuovo...

(Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela)

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